La notizia
arriva dalla Germania ed è Verena Kaspari, direttrice dello zoo di Neumunster,
a darla: dati i mancati introiti causati dalla chiusura degli zoo per la
pandemia in corso, dal momento che gli animali, coronavirus o no, devono pur mangiare, si prospetta come
soluzione che un certo numero di essi vengano dati in pasto ad altri, prescelti
per la salvezza, che così non moriranno
di fame. La direttrice non manca di definire spiacevole la soluzione, ma, al di
là dell’esternazione di sofferti stati
d’animo, né da lei né da nessun altra
autorità proviene riflessione alcuna sullo stato delle cose e la sua origine.
Poco da
stupirsi: i disastri che accompagnano il Covid-19, per quanta apprensione suscitino per
le vittime umane (di quelle nonumane in
genere si parla poco, ma per lo più niente), non suggeriscono domande necessarie: nello specifico quel “Che ci faccio qui?” che ogni singolo
animale dello zoo avrebbe il diritto di porre, dal luogo dove di certo non
dovrebbe essere.