Che Elena Donazzan (chi era costei?) passi ore a Hit Show, fiera della caccia di Vicenza, è notizia di scarso interesse, significativa dei suoi legittimi e ingiudicabili gusti personali; come del resto lo è la sua partecipazione al Convegno dell’Associazione Nazionale Libera Caccia: de gustibus. Che lo faccia nella sua veste di assessore veneto all’istruzione (in quota Fratelli d’Italia) è invece informazione molto meno privata, che esce dal recinto delle sue libere frequentazioni per entrare a pieno diritto nella materia politica in senso lato. Tanto più e soprattutto se a tutto questo si affiancano dichiarazioni sulla necessità di difendere l’arte (?) venatoria dai pregiudizi da cui sarebbe a suo dire assillata e di trasformarla in momento di formazione per i più giovani. L’eco delle sue parole raggiunge in men che non si dica la sua compagna di partito Barbara Mazzali, consigliere della Regione Lombardia per volontà popolare e cacciatrice per passione, che rincara la dose e sposta il livello delle esternazioni niente meno che su un piano di progresso morale ed etico, dove a suo dire la caccia andrebbe situata.
mercoledì 19 febbraio 2020
CACCIATORI IN CLASSE: IL SONNO DELLA RAGIONE
Che Elena Donazzan (chi era costei?) passi ore a Hit Show, fiera della caccia di Vicenza, è notizia di scarso interesse, significativa dei suoi legittimi e ingiudicabili gusti personali; come del resto lo è la sua partecipazione al Convegno dell’Associazione Nazionale Libera Caccia: de gustibus. Che lo faccia nella sua veste di assessore veneto all’istruzione (in quota Fratelli d’Italia) è invece informazione molto meno privata, che esce dal recinto delle sue libere frequentazioni per entrare a pieno diritto nella materia politica in senso lato. Tanto più e soprattutto se a tutto questo si affiancano dichiarazioni sulla necessità di difendere l’arte (?) venatoria dai pregiudizi da cui sarebbe a suo dire assillata e di trasformarla in momento di formazione per i più giovani. L’eco delle sue parole raggiunge in men che non si dica la sua compagna di partito Barbara Mazzali, consigliere della Regione Lombardia per volontà popolare e cacciatrice per passione, che rincara la dose e sposta il livello delle esternazioni niente meno che su un piano di progresso morale ed etico, dove a suo dire la caccia andrebbe situata.
domenica 19 gennaio 2020
Lavorare nei macelli: : intervista a Radio.veg.it
A proposito di chi lavora nei macelli: intervista a Radio.veg.it
https://podcastgen.radioveg.it/media/2019-11-12_chiaro_e_scuro_01_save_movement_integrale.mp3
mercoledì 30 ottobre 2019
TRUMP, CANON E GLI ALTRI

La
relazione con i cani, anche nel mondo occidentale, è tutt’altro che univoca:
siamo in tanti a considerarli nostri compagni di vita, ma anche di lavoro, di
impegno sociale e civile, come ci ricordano i luoghi che sono teatro di terremoti
o altri disastri, dove la loro presenza è fondamentale, dal momento che, pur in
un mondo tecnologicamente tanto avanzato, risultano insostituibili grazie al
loro olfatto e alla capacità ostinata di
tollerare addestramenti ed esercitazioni
estenuanti. Non si tirano mai indietro, tanto che non sono rare le cronache che
parlano di alcuni di loro morti per
stanchezza: sfiancati, pur di non disattendere gli ordini dei loro referenti, a
cui riservano obbedienza totale, abnegazione assoluta.
martedì 4 giugno 2019
QUANDO IL GATTO E’ UN CLANDESTINO

martedì 16 aprile 2019
Divertirsi sul dolore degli altri animali
La legge di riferimento contro i
maltrattamenti animali (la 189 del 2004),
che non si schiera a favore
degli Animali, ma (Titolo IX-BIS) del
sentimento degli uomini nei loro confronti, specifica che tale eventuale
sentimento non viene tutelato se viene smosso da eventi correlati a situazioni legalizzate, tra le quali vengono citate le manifestazioni
storiche e culturali. Implicitamente, quindi, la legge prende atto della
crudeltà insita in tali manifestazioni, delle possibili reazioni da parte delle
persone, ma decide di lasciarle fuori dal proprio ambito di intervento,
stabilendo così un abisso giuridico tra comportamenti simili in situazioni
diverse.
Sulla scorta di questo stato di cose,
ancora oggi è necessario ribadire un principio che dovrebbe invece essere scontato,
vale a dire che i maltrattamenti degli
Animali non dovrebbero essere considerati in alcun modo leciti, nemmeno se
connotati come espressione di manifestazioni
storiche e culturali e di tradizioni, che di fatto sono una copertura , come vedremo,
assolutamente contestabile.
giovedì 14 marzo 2019
NON è UN PIANETA PER SCIMMIE : SPERIMENTAZIONE UNLIMITED
inflitti agli animali
appartengono
legittimamente al dolore infinito della
storia
e ne modificano il senso, se ne abbia uno” Guido Ceronetti
martedì 5 febbraio 2019
MIGRANTI E MACELLAI: salvati dalla Sea Watch, assunti in macelleria
Foto Jo-Anne McArthur
La notizia, così come è data, è
una di quelle che allargano il cuore, almeno di coloro che negli immigrati non
vedono nemici da cui difendersi, ma
umani in difficoltà meritevoli di solidarietà : tre di loro hanno iniziato una
nuova vita, assunti da un imprenditore in un paesino della Calabria,
all’interno della Sila: fanno i macellai.
Si tratta di tre giovani
africani, arrivati da paesi dannati per violenza e povertà (Nigeria, Sierra
Leone, Guinea Bissau) con viaggi divenuti drammaticamente usuali, segnati dal
deserto e poi da anni di una prigionia fatta da torture irriferibili quale
unica cifra della relazione con i potenti e i prepotenti del luogo, e infine un
tutt’altro che scontato salvataggio in mare. L’assunzione ( a tempo
indeterminato !!!) è un epilogo insperato, del quale il datore di lavoro e i
suoi concittadini rivendicano orgogliosi
l’iniziativa generosa e i tre immigrati considerano una opportunità, che
riverbera sull’Italia e gli italiani sentimenti di apprezzamento e gratitudine.
Lieto fine quindi? Forse, ma
anche qualche riflessione un po’ più molesta, stimolata dall’associazione con realtà analoghe, più in grande stile, ma di
segno davvero simile, considerato che il lavoro di cui si parla contempla il
portare a termine “quasi tutto il ciclo
della produzione”: in altri termini, la macellazione degli animali. L’associazione
è con la notizia di un paio di anni fa, proveniente dal Canada, dove il ministro
federale dell’occupazione pensò di
assumere rifugiati siriani nei macelli della federazione, in risposta
alla non disponibilità dei cittadini
canadesi, pur afflitti da una crescente disoccupazione, ad accettare un lavoro basato
sull’uccidere animali e lavorare le loro carni. Per quanto riguarda l’assunzione
dei tre ragazzi, ci si chiede come mai, in una terra come la Calabria, gravata
da indici di disoccupazione alle
stelle, quei posti non risultassero già
occupati da cittadini italiani.
giovedì 29 novembre 2018
UCCIDERE PER SPORT
venerdì 12 ottobre 2018
#MeToo E LA DIFFAMAZIONE DEL MAIALE
Di certo, a trattamenti non di favore
ci è più che abituato: tra gli animali peggio citati, insultati, diffamati, il
posto d’onore va senza ombra di dubbio alla sua specie, a quei maiali, che continuiamo
a non conoscere nonostante li abbiamo
addomesticati , alias schiavizzati nel peggiore dei modi, da un bel po’ di
millenni, dal 6000 A.C. dicono gli studiosi; abbiamo da allora lasciato alla
loro “controfigura”, quella dei cinghiali, un destino di libertà che resta però
vigilata e controllata, soggetta al piacere dei cacciatori, che così, pur
lontano dalle lusinghe dell’Africa nera, possono fingere il brivido della
caccia grossa, da alternare a quella a minuscoli volatili, che, per eccitante
che sia, dopo milioni di individui impallinati e disintegrati, magari finisce
per annoiare un po’.
martedì 19 giugno 2018
MONDIALI 2018: CALCI AI PALLONI E PALLOTTOLE AI CANI
L’attuale massacro russo è la riproposizione di un
copione più volte visto anche in anni recentissimi: a Kiev, Ukraina, nel 2012,
in occasione degli europei di calcio; a Sochi, Russia, nel 2014 dove si
svolgevano le Olimpiadi invernali; in
Marocco, pochi mesi fa, in attesa dell’arrivo di una delegazione FIFA che valutasse la candidatura
del paese ad ospitare i Mondiali 2026.
Quello che si ripete con regolare precisione è che, in occasione di eventi calcistici di
particolare risonanza, in alcuni paesi migliaia di cani, che normalmente vivono
nelle strade in vario modo integrati nel tessuto urbano, o in alcuni casi senza
che nessuno si preoccupi di idonei
interventi di sterilizzazione, divengono improvvisamente elementi di disturbo, dissonanti
rispetto ad una presunta immagine di civiltà, presenze moleste e sgradevoli da eliminare. Sui modi per farlo c’è
grande tolleranza e scarsa pubblicità:
ci sono i bocconi avvelenati e le armi da fuoco, ma nel passato è giunta
notizia persino di cerbottane e picconate, inferte con perizia da squadroni
della morte, composti da volenterosi esecutori di ordini evidentemente non così
sgraditi, resi per altro più appetibili da un riconoscimento in denaro per ogni
“carcassa” presentata. Le autorità sembrano poco preoccupate da una possibile
propaganda negativa, forti del fatto che ogni volta anche la peggior grana è
sfumata in denunce via via sempre più
flebili delle organizzazioni animaliste internazionali, in questa ultima
occasione poco più che silenti, e in rimozione totale della carneficina al primo
fischio di inizio che fa della vasca dello stadio fonte di obnubilamento di
ogni malessere dell’animo, tanto efficace e popolare da fare impallidire al confronto una fumeria
dell’oppio della Cina ottocentesca.
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