martedì 5 febbraio 2019

MIGRANTI E MACELLAI: salvati dalla Sea Watch, assunti in macelleria



 Foto Jo-Anne McArthur    
La notizia, così come è data, è una di quelle che allargano il cuore, almeno di coloro che negli immigrati non vedono  nemici da cui difendersi, ma umani in difficoltà meritevoli di solidarietà : tre di loro hanno iniziato una nuova vita, assunti da un imprenditore in un paesino della Calabria, all’interno della Sila: fanno i macellai.

Si tratta di tre giovani africani, arrivati da paesi dannati per violenza e povertà (Nigeria, Sierra Leone, Guinea Bissau) con viaggi divenuti drammaticamente usuali, segnati dal deserto e poi da anni di una prigionia fatta da torture irriferibili quale unica cifra della relazione con i potenti e i prepotenti del luogo, e infine un tutt’altro che scontato salvataggio in mare. L’assunzione ( a tempo indeterminato !!!) è un epilogo insperato, del quale il datore di lavoro e i suoi concittadini  rivendicano orgogliosi l’iniziativa generosa e i tre immigrati considerano una opportunità, che riverbera sull’Italia e gli italiani sentimenti di apprezzamento e gratitudine.

Lieto fine quindi? Forse, ma anche qualche riflessione un po’ più molesta, stimolata dall’associazione con  realtà analoghe, più in grande stile, ma di segno davvero simile, considerato che il lavoro di cui si parla contempla il portare a termine “quasi tutto il ciclo della produzione”: in altri termini, la macellazione degli animali. L’associazione è con la notizia di un paio di anni fa, proveniente dal Canada, dove il ministro federale dell’occupazione pensò di  assumere rifugiati siriani nei macelli della federazione, in risposta alla  non disponibilità dei cittadini canadesi, pur afflitti da una crescente disoccupazione, ad accettare un lavoro basato sull’uccidere animali e lavorare le loro carni. Per quanto riguarda l’assunzione dei tre ragazzi, ci si chiede come mai, in una terra come la Calabria, gravata da  indici di disoccupazione alle stelle,  quei posti non risultassero già occupati da cittadini italiani.