giovedì 29 novembre 2018

UCCIDERE PER SPORT

      
Per quanto non ci si possano  aspettare notizie confortanti dalla zone di caccia,  dove, con armamentario da  missione bellica,  c’è chi va a  braccare, ferire, uccidere esseri senzienti, il regolare bollettino  di guerra non può non lasciare esterefatti: prescindendo per un momento dalle vittime designate, gli animali,  nel corso delle “stagioni venatorie” morti e feriti umani  occupano cronache quotidiane: per il fuoco amico, che colpisce i compagni,

per quello amicissimo, sbadatamente diretto contro il proprio piede o la propria spalla, e per quello per nulla amico per cui a caderne vittima sono gli altri, i passanti casuali. Tra questi ultimi trovano posto persone impallinate perché scambiate per fagiani; altri così mimetizzati da suggerire la presenza di un cinghiale, presenza talmente desiderata da allucinarla nel pensiero; ci sono bambini colpiti mentre giocavano in cortile;  braccianti impegnati nella raccolta di frutta,  atterrati l’uno dopo l’altro come birilli.