Per quanto non ci si possanoaspettare notizie confortanti dalla zone di
caccia, dove, con armamentario da missione bellica, c’è chi va a braccare, ferire, uccidere esseri senzienti,
il regolare bollettino di guerra non può non lasciare esterefatti: prescindendo
per un momento dalle vittime designate, gli animali,nel corso delle “stagioni venatorie” morti e feriti umani occupano cronache quotidiane: per il fuoco
amico, che colpisce i compagni,
per quello amicissimo, sbadatamente diretto
contro il proprio piede o la propria spalla, e per quello per nulla amico per
cui a caderne vittima sono gli altri, i passanti casuali. Tra questi ultimi
trovano posto persone impallinate perché scambiate per fagiani; altri così
mimetizzati da suggerire la presenza di un cinghiale, presenza talmente desiderata da
allucinarla nel pensiero; ci sono bambini colpiti mentre giocavano in cortile; braccianti impegnati
nella raccolta di frutta, atterrati l’uno
dopo l’altro come birilli.