domenica 28 luglio 2013

DAL PORCELLUM ALLA PORCHETTA: IL PASSO è BREVE




Fu l’onorevole Calderoli a definire "porcata", da cui poi il termine invalso di "porcellum",  il sistema elettorale da lui stesso sostenuto nel momento in cui cominciò a considerarlo una sozzeria, un abominio, un disastro. Prescindendo dalla spensieratezza con cui  un uomo politico prende atto dei propri errori  e  serenamente resta dov’è,  non può non colpire la determinazione con cui l’onorevole pesca nel suo bestiario  interiore in cerca di metafore ad hoc. E se è nel  mondo dei primati che trova immagini che, nel suo pensiero, sono utili a denigrare la gente di colore, è di quello dei suini che si serve per connotare  lo sprezzo per ciò che ritiene innegabilmente idiota: una vera porcata, insomma.


E allora? Poco male? Dov'è il problema? Il problema c'è, eccome: il linguaggio non è neutro, porta con sé una forza che deriva dal pensiero che lo sottende e  a cui attribuisce nuovo vigore. In questo caso, le conseguenze dell’uso allegro e distorto di metafore animali non sono solo quelle diluite nel tempo e scarsamente percepibili nell’immediato, ma purtroppo anche quelle concrete, quantificabili, misurabili nel grado di nuova sofferenza impartita alle vittime inconsapevoli di questa tutt’altro che divertente terminologia: i maiali. Perché è proprio dal gioco di parole, di immagini, che nasce lo spunto per un rinnovato incrudelire su di loro: questa volta è il sig. Oscar Farinetti, patron di Eataly a non farsi sfuggire la ghiotta occasione per un po’ di pubblicità a spese di altri animali: “Se cancellano il Porcellum festeggiamo con una bella porchetta arrosto per tutti i nostri clienti” esclama evidentemente soddisfatto per l’idea che deve sembrargli veramente spiritosa. “L‘offerta è valida fino a settembre”, specifica nel suo appello culinario, che spera possa sortire l’effetto sperato: in quel dì, pane e porchetta gratis per tutti, assicura. L’intervista (Repubblica del 27 luglio) lo vede sorridente e con l’aria di chi ha capito tutto. Il sig. Farinetti, per la cronaca,  gestisce una recente catena in grande espansione, Eataly per l’appunto, che si occupa  del “buon cibo”, quello “politicamente corretto, che unisce ristorazione e cultura, sostenibilità e responsabilità”, come si legge sul sito.

E' questo  il nuovo che avanza? Questo è il senso di responsabilità che deve dirigere i comportamenti alimentari? Di quale responsabilità si va parlando? Di quale cultura si ciancia? Una metafora scorretta,  un vocabolario culturalmente inaccettabile che, una volta di più vede negli animali l’immenso contenitore che raccoglie in sé il peggio dei nostri comportamenti, è occasione per l’ennesima crudele ingiustizia: una bella mangiata, tra vecchi politici e nuovi imprenditori, sempre satolli e cronicamente incapaci di un pensiero critico che si stacchi dal conformismo imperante. E sullo sfondo, per chi ha voglia di guardare, maiali condotti al mattatoio, nel terrore, tra urla e dolore. Da mangiare gratis: vuoto a perdere: offre la ditta, responsabile e politicamente corretta. 

4 commenti:

  1. potessero questi esseri subumani vagamente possedere la grazia, l'intelligenza, la simpatia, l'affettività di un maiale! purtroppo sono ben al di sotto di chi denigrano e mangiano: truculenti, avidi, mai sazi, assetati di eccessi di ogni tipo, sgraziati, bugiardi fino al ridicolo...sottospecie di un'umanità già di per sè ad un punto di declino intellettuale ed etico da far temere il peggio!

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  2. Sono d'accordo con te, Cinzia, Dietro le apparenze, c'è solo volgarità e ingordigia: lontani anni luce dalla grazia spontanea di qualsiasi animale.

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  3. Non sapevo della sortita del patron di Eataly: e questi sarebbero gli ambasciatori del cibo etichettato come sano, sostenibile.... A parte il fatto che mangiare un animale è di per sé insostenibile: il solo pensiero lo è, figuriamoci l'atto... Comunque penso che quell'etichetta ( e ce ne sono altre!) sia mistificatoria e serva solo ad alleggerire le coscienze dal crimine che si commette a mangiando animali..

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    1. Ahimè: questo è il nuovo che avanza, che si ammanta anche dell'immagine del politicamente corretto. Persino più pericoloso di chi nemmeno ci prova a mascherare le proprio nefandezze.

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